Noi la chiamavamo natura morta.
Erano alcuni vecchi vasi che mia nonna aveva sempre custodito con gran cura e rispetto, nonchè che avessero un gran valore economico ma il modo di curarli metodico e allo stesso tempo amoroso, ne avevano fatto nel tempo il simbolo della nostra intimità familiare.
Ci diceva, ma noi non le credevamo, ci diceva che li aveva ereditati da un’anziana donna che a sua volta li aveva avuti per parecchio tempo, diceva che erano oggetti magici, capaci di grandi prodigi, ma per noi erano solo dei vecchi vasi.
Quando mia nonna morì un prodigio sconvolse la nostra casa: i fiori dei vasi avevano mutato il loro colore, le foglie secche erano rinvigorite di un verde acceso, gli stessi vasi emanavano una calda e luminosa luce che trasmetteva una lieta atmosfera a tutta la stanza, un’atmosfera surreale ma dolce.
Ancora oggi custodisco quei vecchi vasi, sono tornati al loro colore quotidiano, ma io so che quando sarà il momento essi ritorneranno a risplendere perchè essi custodiscono un grande prodigio, il prodigio dell’amore.

Cosenza Gianluca